“Noi siamo la 1° generazione a subire l’impatto del cambiamento climatico e l’ultima a poter fare qualcosa”, queste le parole dell’ex Presidente degli Stati Uniti, Barack Obama, durante il summit sul clima, tenutosi a Parigi nel 2015. Sono passati quattro anni e la situazione climatica, con tutti gli annessi e connessi, non ha paradossalmente fatto passi avanti, anzi, se possibile, è addirittura tornata indietro galoppando. La terra grida aiuto ed ora è tempo di rispondere.
Ma esattamente, a cosa rispondiamo? Quale “mostro” ci prepariamo ad affrontare? Quali sono le sue peculiarità, le sue forze e le sue debolezze? Sembra assurdo porsi certi interrogativi quando news, giornali, tv e quant'altro ci bombardano di input a tema “There’s no Planet B”, eppure non tutti sono certi di avere una visione completa e ben illustrata degli avvenimenti. Dunque oggi cercheremo di presentarveli, cari lettori, senza desiderio di allarmare o costringere, semplicemente ponendoci l’obiettivo di consegnarveli nelle mani, per quello che sono.
Ci insegna “L’arte della guerra”, testo cinese redatto da un gruppo di abili e vincenti generali, che un “nemico” lo si può sconfiggere solo in due casi, conoscendo bene il nemico o conoscendo bene se stessi.
“…E così, nelle operazioni militari: Se conosci il nemico e conosci te stesso, nemmeno in cento battaglie ti troverai in pericolo. Se non conosci il nemico ma conosci te stesso, le tue possibilità di vittoria sono pari a quelle di sconfitta. Se non conosci né il nemico né te stesso, ogni battaglia significherà per te sconfitta certa”.
Conosciamo meglio il nostro nemico: il Riscaldamento Globale.
Identifichiamo il “mostro” che combattiamo con il nome di Riscaldamento Globale, attenzione, è tanto certo quanto ovvio che vi siano altre gravi problematiche di degna importanza, sentiamo parlare di povertà, mal distribuzione delle risorse, violazione dei diritti umani, sovrappopolamento e ancora guerre. Sono tutti “mostri”, sono tutti problemi che unitamente vanno affrontati, ma noi oggi ci concentreremo solo su uno di questi: l’ambiente. Dunque torniamo a noi e focalizziamo nella mente l’immagine del “mostro” da combattere, il Riscaldamento Globale. Avete ben chiaro di che si tratta? In estrema sintesi è il fenomeno di innalzamento della temperatura superficiale del pianeta, in particolare dell’atmosfera terrestre e delle acque degli oceani. Sembra “innocente”, agli occhi di un osservatore inesperto, che il problema in questione sia “solo” un aumento delle temperature, invece la questione è molto più seria, più profonda. L’innalzamento delle temperature infatti, è solo l’apice della piramide che, crescendo, ha letteralmente partorito altri problemi, altre questioni. In particolare le seguenti:
Ritiro dei ghiacciai, ossia lo scioglimento delle calotte polari che, dissipandosi, stanno causando e continueranno a causare un aumento del livello dei mari, il che ha come dirette conseguenze: inondazioni di intere zone abitate e non, erosione delle coste ed intaccamento delle nostre scorte di acqua dolce.
Catastrofi naturali come incremento di ondate di calore e di periodi di intensa siccità, modifiche nella distribuzione e nella quantità delle piogge o, in altre parole, fenomeni sempre più frequenti ed intensi di alluvioni, uragani e tempeste. Questi stessi porteranno, per esempio, ad un derivato deterioramento della qualità del suolo, fattore che a sua volta si ripercuoterà, naturalmente con risvolti negativi, sull'agricoltura.
Diminuzione del ph degli oceani, con conseguenze disastrose per l’ecosistema marino e naturalmente anche per la catena alimentare.
Estinzione di specie vegetali e animali, i cambiamenti climatici mettono infatti a dura prova gli equilibri degli habitat e dei processi ambientali, ovvero gli ecosistemi naturali quali foreste, praterie, deserti, sistemi montani, laghi, oceani e così via. Animali e vegetali sapranno reagire al cambiamento climatico tanto velocemente? Non se ne ha la certezza, ciò che invece è certo è che vi sono già oggi diverse specie a rischio di estinzione.
In parte questi fenomeni sono già in atto e li viviamo e vediamo con i nostri stessi occhi, sebbene ci appaiano ancora così lontani. Dunque cari lettori, i rischi potenziali sono alti e non coinvolgono solo l’ambiente e la natura, ma anche l’uomo in quanto, inevitabilmente, queste “catastrofi” incidono ed incideranno sugli equilibri sociali ed economici della popolazione. Ecco solo alcuni esempi: aumento o ritorno di malattie infettive, anche in Occidente. Ridotta disponibilità di cibo, soprattutto nelle zone del mondo in cui già regna sovrana la denutrizione, scarsità di risorse idriche, migrazioni sempre più massicce in quanto, determinate zone del pianeta si presume non saranno più abitabili, ancora gravi danni economici e naturalmente, sociali.
Un quadretto niente meno che “pessimista”, verrebbe da pensare, ma in realtà il pessimismo non fa parte dei valori che Vervene persegue, la redazione lo abolisce perché il male attira altro male. La vita va invece affrontata con ottimismo e grinta e per farlo c’è solo un modo: conoscere. Chi sa, chi è al corrente di ciò che accade, chi si informa, avrà la fortuna di possedere una visione ampia del mondo, della vita e solo in questo modo potrà trovare la forza, le idee, gli strumenti per affrontare ciò che accade, il bello e il brutto, con la sola, indifesa, ma stravolgente forza dell’uomo.
Promotori di ottimismo ci chiediamo: come aiutare a ridurre il Riscaldamento Globale?
. Interessante potrebbe essere partire col conoscere la nostra “impronta di carbonio”, ossia la quantità di anidride carbonica e gas serra che ciascuno di noi produce nella quotidianità. Qui il link per un test proposto dall'istituzione in materia, il WWF.
. Già che ci siamo proviamo a compensare la nostra “impronta di carbonio”, banalmente piantando una pianta, facendo con minuziosità la raccolta differenziata e riciclando.
. In secondo luogo potremmo approfittare dell’arrivo della bella stagione per far buon uso delle nostre gambe, l’auto, così come i mezzi pubblici, sono ahimè indispensabili nella quotidianità e, se non indispensabili, certamente importanti, dunque niente cambiamenti drastici, ma qualche piccola modifica la si può apportare. Più passeggiate per tutti.
. Risparmiamo energia. Anche in questo caso non è necessario l’estremismo, basterebbe ricordarsi di spegnere la luce quando si esce da una stanza vuota, tirare su le tapparelle anche se riflettono sullo schermo di televisioni e computer, staccare la spina dei dispositivi elettronici quando non li stiamo usando, per esempio il caricabatteria del telefono. Altra cosa interessante, la reintroduzione di attività che non debbano per forza includere il dispendio di energia, per esempio la lettura.
. Risparmiamo acqua, banalmente, spegnendo i rubinetti quando non servono.
. In ultimo, diventiamo consumatori “consapevoli”, per esempio utilizziamo meno carta, limitiamo l’acquisto di bottigliette in plastica sostituendole magari con delle pratiche borracce, al supermercato evitiamo, se possibile naturalmente, i prodotti con troppo imballaggio.
Per tutti quanti noi è spiacevole, quasi innaturale, apportare dei cambiamenti grandi o piccoli che siano, alla nostra quotidianità. Adottare nuove abitudini è complicato, ma un passo alla volta, ciascuno a modo suo, lo possiamo fare. In effetti questo è proprio il momento di agire, che ne pensate, lo facciamo insieme?
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