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Sofia Cacciapaglia e l'arte del corpo femminile

“La pittura mi porta a dare attenzione a tutte quelle piccole cose che abitano tra il visibile e l’invisibile, mi fa vivere con un occhio sempre rivolto al momento presente e mi insegna ad osservare, dentro e fuori di me, con uno sguardo il più possibile contemplativo”.


Esordisce così, cari lettori, il nostro colloquio con la brillante artista milanese Sofia Cacciapaglia, una pittrice cosmopolita nata a Ponte dell’Olio nell’83 che, attraverso i suoi dipinti, si racconta e ci racconta gli aspetti più mistici, magici, simbolici e figurativi del corpo femminile, assoluto protagonista delle sue opere.


"Per me la pittura è creare immagini, immagini figurative e al tempo stesso astratte che in un certo senso sono completamente a-temporali, appartengono ad ogni epoca e a nessuna e i soggetti, che possono essere fiori, nuvole o corpi femminili, sono sempre manifestazioni del mio mondo interiore”, prosegue, “mi affascinano la sospensione del tempo, la dolcezza e la leggerezza e l’ispirazione per i miei dipinti deriva essenzialmente da tutto ciò che amo, a partire dalle esperienze che costituiscono la quotidianità, fino ad arrivare a tutto ciò che di “bello” mi porto dentro, come le statue dell’antica Grecia, il mare della Sicilia, le nuvole, le mani, il bianco della meringa e ancora i colori silenziosi di Giorgio Morandi e la luce accecante delle nostre città deserte l’estate”.


Un percorso di crescita a dir poco brillante il suo, che la portò, durante gli anni di formazione, presso l’Accademia di Belle Arti di Brera, a scoprire alcuni tra gli artisti dai quali tutt'oggi trae ispirazione, artisti diversi tra loro per stile e per epoca, ai quali si avvicinò soprattutto per affinità emozionali. “Mi avvicino alle opere dove sento qualcosa che mi somiglia, mi appartiene e che racconta qualcosa anche solo di una parte di me. Così negli anni è nato l’amore per i pittori che preferisco e che considero oggi dei veri e propri compagni di viaggio”; tra i nomi citati ricordiamo Giotto, Piero della Francesca e ancora Mantegna e Ingres, Matisse, Picasso e Francis Bacon, Kiki Smith, Luc Tuymans e Peter Doig.


Dopo la laurea iniziarono i viaggi e le esperienze lavorative che la condussero alla ricerca di una “pittura dall'atmosfera incantata”, una pittura fatta di forme leggere proposte in uno spazio irreale, fuori dal tempo. Osservando i suoi dipinti non troveremo infatti paesaggi o altri dettagli che in qualche modo descrivano un luogo o un tempo definiti, troveremo invece il tempo in cui viviamo, il contemporaneo, raccontato come sospeso. “La pittura è magia, quando dipingo nel mio studio milanese non penso ad un concetto, creo per altre vie, quelle del cuore e della contemplazione. L’arte per me deve commuovere, la mente viene dopo”.


Il tema in assoluto più ricorrente nelle sue opere è il corpo femminile, osservato e raccontato come sontuoso ed etereo, portavoce di una femminilità sacra e splendente. “Sono una donna e, in quanto tale, la mia ricerca pittorica si sviluppa in modo naturale attorno al corpo femminile, che diventa un pretesto per esprimere un linguaggio pittorico profondamente italico, dunque rivolto alla ricerca delle forme classiche, sposate all'unione di sentimenti quali la gioia, la forza e la malinconia. Amo rappresentare figure femminili, così come i fiori e la natura in senso più lato”.



Tra i suoi lavori più recenti ricordiamo “Locus Amoenus Giardino di Carta”, un’opera sensibile ed elegante, raffinata e soggettiva che potrete osservare di persona, cari lettori, visitando l’atelier milanese dell’artista. Prenotazione raccomandata, info al sito www.sofiacacciapaglia.com



Ringraziando di cuore la nostra interlocutrice odierna, Sofia Cacciapaglia, per il suo affascinante racconto, concludiamo riportandovi, care lettrici, le preziose parole dell’artista a voi rivolte:


“Siamo in un momento in cui la sensibilità femminile si può esprimere fuori dai limiti che sono stati imposti per millenni alle donne. È arrivato il momento di manifestarsi, anzi abbiamo il dovere di farlo per contribuire all'evoluzione dell’umanità”

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