A pochi passi dal Duomo di Milano, presentata all’interno delle affascinanti sale di Palazzo Reale, emoziona e conquista la splendida esibizione di Alta Gioielleria curata dalla docente Alba Cappellieri: Van Cleef & Arpels il Tempo, la Natura, l’Amore.
Al centro della mostra i tre capisaldi della Maison, le tre parole chiave riportate nel nome stesso dell’evento, tempo, natura e amore, interpretate e finemente raccontate da ciascuno dei gioielli e oggetti preziosi esposti.
Tempo, natura e amore sembrano tre concetti ovvi, ordinari, eppure cari lettori, sono i tre elementi che forse meglio raccontano la storia e l’evoluzione dell’uomo. Il tempo inteso come resoconto del passato, delle scelte, delle direzioni prese, dei traguardi raggiunti e delle lezioni imparate, delle sconfitte così come delle vittorie. La natura volutamente interpretata come armonia di ogni cosa, dalla flora alla fauna, fino anche alla botanica. E infine l’amore, concepito come consacrazione del sentimento stesso, come unione, matrimonio, come promessa e dono. Tre parole chiave che sarebbe bello riuscissimo, ciascuno di noi, ad onorare ogni giorno, dal dì alla notte.
Ma torniamo a noi, i gioielli esposti sono oltre 400 e, seppur ciascuno in modo differente, ognuno di loro racconta a gran voce la sua personale visione di bellezza, quella rigorosamente creata dall'uomo. I gioielli vengono spesso ridotti a meri gingilli di vanità, semplicemente belli da vedere ma profondamente vuoti. Eppure cari lettori, passeggiando attraverso le quattordici sale dell’esposizione, tutto si può percepire fuorché la vuota vanità. Si prova meraviglia e incanto nell'osservare i colori, i riflessi, la luminosità e le dimensioni delle pietre preziose; si rimane sbalorditi dalla loro bellezza e ci si emoziona valutando il meticoloso lavoro artigianale che risiede dietro ciascuna di quelle creazioni. Si percepisce arte, mestiere, savoir faire, manualità e scrupolosità. Si riconosce l’atemporalità dei gioielli esposti, che raccontano del momento storico nel quale furono concepiti, ma interpretano anche in maniera sbalorditiva il presente che viviamo. Infine ci si sofferma ad osservare minuziosamente gli oggetti preziosi protetti dalle teche e ci si accorge di come guardandoli, sembrano essere stati assemblati in un batter d’occhio, così, in pochi istanti. E lì, osservandoli, si realizza invece che sono occorse ore e ore, giorni, settimane di lavoro certosino per ultimare quei capolavori fiabeschi.
Per citare qualche esempio, la collana d’ispirazione indiana del 1971 con 470 carati di pietre preziose incastonate (745 diamanti e 44 smeraldi), indossata da Sua Maestà in persona, Bégum Salimah Aga Khan.
La spilla Cinq Feuilles appartenuta a Maria Callas, un elegante fiore di diamanti e rubini che la soprano amava particolarmente; l’orologio da taschino appartenuto alla Maharani di Baroda al centro del quale compare raffigurato un mago cinese in oro e pietre preziose. Oppure quella graziosa, magnifica ballerina vestita di diamanti che ricorda quella di un carillon e che, per realizzarla, ha richiesto ben oltre 200 ore di lavoro.
Per non parlare poi dell’iconica Barquerolles Necklace, una collana con una testa di leone ispirata ai
battenti veneziani, dono del marito alla diva Elizabeth Taylor e ancora alcuni pezzi della collezione collezione reale appartenuta a Wallis Simpson come l’ingegnoso collier in oro, diamanti, rubini, zaffiri e smeraldi, pensato proprio dalla Duchessa di Windsor negli anni ’30. Questo esclusivo gioiello incanta particolarmente: ispirato alla chiusura lampo, quando si chiude la zip, la collana si trasforma in bracciale. Un capolavoro!
Insomma cari lettori, quella ospitata a Palazzo Reale non è una mostra convenzionale, è piuttosto un evento esclusivamente inclusivo (aperto a tutti e ad ingresso libero) che noi della redazione non possiamo che consigliare a gran voce. Approfittate di quest’ultimo mese di esposizione, per essere più precisi la mostra chiuderà il 23 febbraio, per scoprire voi stessi la meraviglia dell’arte della gioielleria e la dolcezza di un mondo che parla innanzitutto e soprattutto delle bellezze create dall'uomo.
"La fantasia è un posto dove ci piove dentro" Italo Calvino.
Commenti